VERBI 動詞
I verbi
giapponesi non hanno la coniugazione delle persone ma solo dei tempi e delle
varie forme verbali, in positivo o al negativo. Inoltre vanno coniugati in modo
diverso a seconda sella forma piana o cortese. I verbi hanno 4 tempi
principali: presente positivo (o futuro), il suo negativo, passato positivo, il suo negativo;
ci sono poi altre forme particolare per rendere concetti come il condizionale,
il passivo ecc...
Ma
questa è solo una semplificazione, perché a ben guardare i verbi si presentano
in modo diverso dal nostro. Se si cerca sul dizionario il verbo “guardare”,
avremo come risultato miru 見る,
che è la cosiddetta “forma del dizionario” jisho
kei「辞書形」di un verbo, ossia la “forma piana” di un tempo che indica sia
il presente, che il futuro. Perché sui dizionari il verbo è posto in questa
forma? Primo perché non possiedono un modo infinito presente (per es.
guardare, leggere, dormire); secondo perché la forma
vista, miru, è invariabile e vale se
vogliamo dire “guardo”, “guardi”, “guarda”, “guardiamo”… e così via per tutte
le persone, senza distinzione di numero o genere maschile/femminile.
Nota bene: molto spesso quando si fa
riferimento al tempo “presente” si sta in realtà facendo una forzatura dettata
dalla nostra classi attitudine linguistico-culturale alla classificazione
temporale dei verbi. Sarebbe molto più corretto di parlare di un tempo passato e di un tempo non-passato che, con le loro
controparti negative, costituiscono gli unici 2 tempi verbali della lingua giapponese. È corretto parlare di tempi non-passati perché i tempi diversi dal passato indicano
semplicemente qualcosa che non è avvenuto in passato ma che solo dal contesto
si può identificare come futuro, o alle volte presente.
Quindi riassumendo:
·
Non ci sono i modi (infinito, indicativo,
congiuntivo…)
·
Non ci sono le nostre coniugazioni (in -are,
-ere, -ire)
·
Non ci sono forme verbali diverse per singolare
e plurale! Io sono, tu sei, egli è… si dice sempre “desu), mentre io leggo, tu
leggi, ecc. si dirà sempre “yomu.
·
Non ci sono forme verbali diverse per persona
singolare o plurale.
·
Non c’è
una distinzione tra forma presente e forma futura: il tempo differente si
deduce dal contesto, in particolare dalla presenza di un avverbio di tempo che
indica quando avverrà l'azione. Se non è presente la traduzione va fatta
"a senso", dal contesto. Ad esempio il verbo non cambia sia che si dica:
ima shinbun wo yomu = 今新聞を読む= Leggo il giornale adesso, sia che si dica : あした聞を読む(ashita shinbun wo yomu):
Leggerò il giornale domani.
·
La struttura della frase, in giapponese, segue
lo schema cosiddetto SOV (Soggetto - Oggetto - Verbo) quindi Il verbo principale della frase è posto sempre alla fine della frase.
Analizzando la divisone in categorie, ne possiamo
individuare 3: verbi regolari, verbi irregolari e la copula: la spiegazione dei
verbi nei prossimi capitoli seguirà questa divisione:
Il verbo Giapponese si costruisce attorno ad una radice
invariabile, a cui segue una base (che ne individua la “forma”. La costruzione
di una coniugazione segue questo schema:
Prefisso
|
Radice
|
Base
|
Coniugazione
|
Verbo ausiliario / finale
|
Esempio:
Prefisso
|
Radice
|
Base
|
Coniugazione
|
Verbo ausiliario / finale
|
|
asobimasu
|
aso
|
bi
|
masu
|
||
asobanai
|
aso
|
ba
|
nai
|
||
matanakatta darō
|
ma
|
ta
|
nakatta
|
darō
|
|
gozaimasu
|
go
|
za
|
(
r)i
|
masu
|
Schema di esempio delle basi
e della radice del verbo kaku 書く, scrivere, ogni base
segue lo schema dei gyō 「ぎょう - 行」dei kana (es:かぎょう: か,き,く,け,こ; ま行:
ま,み,む,め,も; さ行: さ,し,す,せ,そ.ecc...)
COD
|
DESCRIZIONE
|
ESEMPIO
|
V0
|
RADICE
|
KA
|
V1
|
BASE
NEGATIVA
|
KA KA
|
V2
|
BASE
INDEFINITA
|
KA KI
|
V3
|
FORMA
DIZIONARIO
|
KA KU
|
V4
|
BASE
CONDIZIONALE
|
KA KE
|
V5
|
BASE
VOLITIVA
|
KA KO
|
Le varie forme verbali possono essere riassunte in questa
tabella, ma verranno spiegate pù avanti:
動詞形
|
Dōshikei
|
Forme
verbali
|
Abbr.
|
普通形
|
FUTSŪ KEI
|
FORMA
PIANA
|
VFP
|
ナイ形
|
NAI KEI
|
FORMA
IN NAI
|
VNEG/V1
|
語幹形
|
GOKAN KEI
|
FORMA
INDEFINITA
|
V2
|
辞書形 /
連体形
|
JISHO KEI /
RENTAI KEI
|
FORMA
DEL DIZIONARIO
|
V3
|
マス形 /
連用形
|
MASU KEI /
RENYŌ KEI
|
FORMA IN MASU
|
VFC/VMAS
|
テ形
|
TE KEI
|
FORMA
IN TE
|
VTE
|
タ形
|
TA KEI
|
FORMA
IN TA - FORMA PASSATA
|
VPASS/VTA
|
条件形 /
バ形
|
KATEI KEI /
BA KEI
|
FORMA
CONDIZIONALE - FORMA IN BA
|
V4
|
意向形
|
ISHI KEI
|
FORMA
VOLITIVA
|
V5
|
命令形
|
MEIREI KEI
|
FORMA
IMPERATIVA
|
VIMP
|
可能形
|
KANŌ KEI
|
FORMA
POTENZIALE
|
VPOT
|
受け身形
|
UKEMI KEI
|
FORMA
PASSIVA
|
VPSV
|
使役形
|
SHIEKI KEI
|
FORMA
CAUSATIVA
|
VCAU
|
Godan e Ichidan
La distinzione fra i due principali gruppi di verbi
giapponesi (ossia Godan e Ichidan) risiede appunto nella diversa declinazione
basata sullo schema dei gyō.
Infatti i verbi di categoria GODAN, presentano tutti e
5 (go) i dan di una gyō: es. per kaku abbiamo che le basi terminano in ka, ki, ku, ke , ko, ossia tutti i dan
del kagyō 「か行」.
Al contrario i verbi ichidan hanno anch'essi 5 basi ma
che terminano con lo stesso kana (es.
mi per il verbo mi-ru, e be per il verbo tebe-ru), quindi non presentano 5 dan ma solo uno ichi(1)dan.
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